C’è un’eleganza rara nell’accettare le etichette e trasformarle in manifesto. Beppe Convertini, volto di Unomattina in famiglia, esce da Ballando con le Stelle con lo stesso garbo con cui è entrato: testa alta, sorriso discreto e una dichiarazione che suona come un controcanto popolare alla retorica della perfezione. «Sono fiero di essere un uomo medio», dice. Non come resa, ma come stile. Normalità, valori e una bussola interiore che punta sempre verso casa.
Dietro le luci a intermittenza della TV, c’è la trama di una vita cucita addosso con punti semplici: Puglia, famiglia, lavoro. Convertini lo ricorda a chi lo ascolta — e prima di tutto a sua madre, Grazia — con una lettera che è carezza e spina dorsale insieme: «Non devi rimanerci male se qualcuno mi ha chiamato “uomo medio”. Io invece ne vado fiero. Fiero di essere un uomo normale, semplice, con quei valori autentici che tu mi hai trasmesso».
È un racconto che non ha bisogno di effetti speciali per emozionare: basterebbero le immagini della madre che arriva da Martina Franca per sedersi in platea, i pranzi di famiglia la domenica, le estati a Otranto, i primi lavori all’alba tra cassette di frutta e verdura per “dare una mano” quando il mondo ti vuole già grande. E quella promessa tenera, da figlio che torna bambino: «Quando rientro a Martina Franca ti porto a ballare. Non sono un ballerino, ma a noi è sempre bastato guardarci negli occhi per andare a tempo».
Se il palcoscenico enfatizza, l’intervista intima svela. Nel salotto digitale di Domanipress, Convertini si racconta con un’umanità che non ha sovratitoli, tra Italia da vivere, gustare e amare, e la certezza che la felicità, spesso, sta a due passi da noi. Qui l’intervista integrale e il video:
- Domanipress: https://www.domanipress.it/video-intervista-beppe-convertini-la-felicita-esiste-a-due-passi-da-noi-cosi-ho-scoperto-litalia-da-vivere-gustare-ed-amare/
- YouTube: https://youtu.be/Gsp43gYuYYU?si=fOnRuNvLXAyboRgC
In un’epoca in cui tutti inseguono l’eccezionale, Convertini sceglie la misura giusta: l’ordinario come luogo dell’autenticità. Non è meno televisivo, è semplicemente più umano.




