“Sesso Debole”: Elisa ci racconta la forza delle emozioni che nessuno ha il coraggio di chiamare col loro nome

C’è un momento preciso in cui capisci che non è debole chi trema, ma chi finge di non farlo. Ed è proprio lì che arriva Elisa, con la sua voce che sa di carta sottile e chitarra graffiata, e canta Sesso Debole — il suo nuovo singolo — come se fosse una lettera aperta a tutte le fragilità che abbiamo nascosto sotto al tappeto.


Il sesso debole? Forse è quello che resta, quando tutto il resto va via

Con Sesso Debole, la cantautrice friulana firma un brano che è insieme punk, pop, confessione e provocazione, portando nella sua musica quel tono caldo e insieme spigoloso che le appartiene da sempre.

Ma guai a fermarsi al titolo: qui non c’è niente di fragile, o almeno non nel modo in cui siamo abituati a pensarlo. Il “sesso debole” di Elisa è quello che resiste, che aspetta, che si sbilancia e non ha paura di cadere.

Un amore che gira come un Tagadà, ci dice lei. Quelle giostre da luna park dove pensi di aver capito tutto e invece, un attimo dopo, sei di nuovo senza appigli.


Il testo è una confessione sotto pelle

Tra un “la la la” sussurrato e un ritornello martellante, Elisa ci accompagna in un viaggio sentimentale dove ogni parola sembra scelta con la cura di chi sa bene che l’amore, prima di essere bello, è complicato.

C’è il gelo di una stanza che si riempie di silenzi. C’è il calore improvviso di un rifugio che forse non esiste. C’è la voglia di essere scelta, ma ancora di più di scegliersi da sola.

La voce, mai così limpida e sporca al tempo stesso, si arrampica su un arrangiamento pop-rock che esplode senza mai perdere l’equilibrio. E sotto, pulsa una verità semplice: “ci ho messo un po’ per fidarmi di te“, canta. E noi ci riconosciamo.


Un manifesto per chi ama troppo e non si scusa più

Stretto, dice Elisa nel testo, come se l’amore fosse un vestito che non lascia respirare. Eppure, anche in quella scomodità, lei ci resta. Perché l’amore è scomodo, sì, ma solo quando è vero.

Non è una ballata d’altri tempi, e nemmeno una hit pronta a scalare le classifiche (anche se lo farà). È un manifesto dolce e indomito per tutte le persone che non hanno paura di dire: “sono fragile, e quindi sono forte”.


In attesa di San Siro, una nuova versione di sé

Nel frattempo, Elisa si prepara al grande concerto-evento del 18 giugno allo Stadio San Siro, e Sesso Debole arriva come un biglietto da visita di questa nuova fase: più libera, più matura, più consapevole.

In un mondo che corre a testa bassa, lei si ferma. Si guarda dentro. E poi canta.

Perché se questa è debolezza, allora siamo tutti orgogliosamente  deboli.

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Stefano Germano, laureato presso l'IULM, è un appassionato di TV e cultura moderna e new media è sempre alla ricerca delle storie più intriganti e delle tendenze culturali del momento.