“Chi non legge a 70 anni avrà vissuto una sola vita. Chi legge avrà vissuto 5000 anni. La lettura è l’immortalità all’indietro”: queste sono le parole di Umberto Eco, massimo esponente della cultura letteraria italiana, scomparso ieri notte alle 22.30 all’età di 84 anni.
Nato ad Alessandria il 5 gennaio del 1932, l’autore del “Nome della rosa” era un semiologo, filosofo e scrittore.Nel 1988 aveva fondato il Dipartimento della Comunicazione dell’Università di San Marino. Dal 2008 era professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell’Università di Bologna e recentemente aveva fondato la casa editrice “La nave di Teseo” con Elisabetta Sgarbi. L’ultimo suo libro, invece, “Numero Zero” è stato pubblicato nel 2015 e parla di una immaginaria redazione di un giornale ambientata nel 1992 con chiari riferimenti alla storia politica e giornalistica italiana da Tangentopoli al terrorismo. Il suo indiscusso best seller rimane “Il nome della Rosa”, uscito nel 1980 con 14 milioni di copie vendute, traduzioni in oltre cento lingue una trasposizione cinematografica che ha vinto 4 David di Donatello nel 1987 e che ha ricevuto tanti studi di settore di generazioni di filologi che hanno riletto ed esaminato il romanzo.