“Antologia Astratta” di Roberto Demarchi

Fino alla fine di maggio le venticinque opere astratte del maestro torinese dedicate ai versi di altrettanti poeti, da Alcmane a Zanzotto, saranno in esposizione presso lo spazio di corso Rosselli 11 a Torino.

Mancano meno di 24 ore all’apertura di “Antologia Astratta”, corpus di venticinque dipinti su tavola ispirati alle parole e ai versi di altrettanti poeti, uno per ciascuna delle lettere dell’alfabeto, da Alcmane a Zanzotto.

Per tre settimane e fino al 31 maggio (ma è più che probabile una proroga fino ai primi di giugno) i venticinque dipinti astratti saranno visibili presso lo spazio espositivo di corso Rosselli 11 a Torino. La mostra è aperta tutti i giorni dalle 15.30 alle 19.30 con ingresso gratuito.

«Quando l’arte visiva incontra la poesia, quasi sempre sortisce esiti di illustrazione, anzi nasce proprio con intento illustrativo e descrittivo», riflette Roberto Demarchi. «Le venticinque tavole di Antologia Astratta nascono, invece, con intento analogico. L’analogia, poeticamente intesa, può diventare strumento gnoseologico oltre che espressivo. L’accostamento immediato di due immagini, situazioni, oggetti tra di loro lontani di somiglianza, basato su libere associazioni di pensiero, consente di cogliere e di suggerire intuizioni, realtà, verità per le quali una modalità di espressione soltanto denotativa risulterebbe totalmente inadeguata».

Il linguaggio pittorico astratto, per sua essenza lontano da ogni presupposto di vero-somiglianza, è dunque il più adatto per un confronto analogico con la poesia.

La mostra antologica è concepita e allestita come un percorso in grado di portare il visitatore alla scoperta del tempo, dei versi e dell’immagine pittorica astratta. L’itinerario si snoda da Alcmane a Zanzotto passando per Baudelaire, Cvetaeva, Dante, Éluard, Foscolo, Garcia Lorca, Juan de la Cruz, Kavafis, Hölderlin, Iqbal, Leopardi, Montale, Neruda, Omero, Pavese, Quasimodo, Rossi Precerutti, Saffo, Tasso, Ungaretti, Wang Wei, Yeats e Virgilio.

Roberto Demarchi, torinese classe ’51, comincia assai precocemente il proprio percorso artistico perfezionandosi, dal ’66, sotto la guida di Riccardo Chicco. La prima personale, presso la Galleria Cassiopea di Torino, è del ’69, con presentazione di Angelo Dragone. Risale al 1990, con la mostra dal titolo “Alogia”, il passaggio dal precedente linguaggio figurativo all’astrazione. Nel maggio 2001 prende corpo il ciclo “Perì physeos”, riflessione sul pensiero presocratico, momento aurorale della filosofia occidentale; altri cicli pittorici sono dedicati al poeta tragico Eschilo, alla Genesi biblica, alla “Passione secondo Matteo” di J. S. Bach, al percorso esistenziale dell’uomo (“Storia di un quadrato giallo”), al Nuovo Testamento (“Vangeli astratti”) e alla forma poetica più iconica della letteratura giapponese (i 17 “Haiku”). Roberto Demarchi è anche architetto, storico dell’arte, professore e conferenziere.

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